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L'avvocato Corvino opera a Bergamo e provincia e offre consulenza legale e assistenza a imprese e privati in materia di Diritto Civile, con particolare competenza in aste immobiliari, recupero crediti, risarcimento danni ed esecuzioni giudiziali

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E-mail: info@studiolegalecorvino.it  

Tel. (+39) 035 066 8067
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Copyright © 2023 | Avv. Paolo Corvino | Iscritto all'Ordine degli Avvocati di Bergamo | P.IVA 03191550163

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Ritardo nei pagamenti nelle transizioni commerciali: cosa dice la Direttiva Europea

2019-01-15 19:55

Paolo Corvino

Recupero crediti,

Ritardo nei pagamenti nelle transizioni commerciali: cosa dice la Direttiva Europea

Saldare una fattura oltre il termine indicato è una prassi adottata ormai da molte imprese; questo atteggiamento, però, si ripercuote negativamente

Ritardo nei pagamenti nelle transizioni commerciali: cosa dice la Direttiva Europea

Saldare una fattura oltre il termine indicato è una prassi adottata ormai da molte imprese; questo atteggiamento, però, si ripercuote negativamente su tutto il sistema economico.

 

Per combattere questo fenomeno è stata emanata una direttiva dell’Unione Europea; l’obiettivo è uniformare i termini di pagamento all’interno della stessa Comunità Europea.

 

In ottemperanza a questa direttiva, il legislatore ha disciplinato la materia dei ritardi di pagamenti nelle transazioni commerciali con il D. Lgs. n. 231/2002, poi modificato nell’anno 2012 in senso peggiorativo per chi paga oltre i termini prescritti.

 

La normativa relativa al ritardo nei pagamenti nelle transizioni commerciali si applica alle transazioni commerciali tra le imprese o tra imprese e gli enti della pubblica amministrazione.

 

Coinvolge quindi i rapporti tra soggetti con partita iva (c.d B2B), escludendo le transazioni tra imprese e persone fisiche (c.d. B2C).

Aspetti rilevanti della disciplina sul ritardo nei pagamenti

Gli aspetti più rilevanti e interessanti della disciplina sul ritardo dei pagamenti riguardano:

 

  1. il diritto a ottenere gli interessi moratori sugli importi dovuti;
  2. i termini di pagamento stabiliti per legge;
  3. il diritto a ottenere il risarcimento delle spese di recupero.

 

Vediamoli insieme.

1) Il diritto a ottenere gli interessi moratori sugli importi dovuti

La prima innovazione introdotta dalla normativa è il diritto dell’impresa creditrice a ottenere il pagamento degli interessi sugli importi dovuti.

 

Ciò decorre dal giorno successivo al termine di pagamento concordato, senza dover compiere alcun atto formale di messa in mora; questo aspetto è il più importante introdotto dalla normativa, ancora valida nelle transazioni tra imprese e privati.

 

La regola generale stabilita dal codice civile prescrive che, per costituire in mora il debitore, bisogna inviargli un’intimazione di pagamento scritta.

 

Pertanto, nelle transazioni commerciali tra imprese o tra imprese e pubblica amministrazione, gli interessi di mora decorrono automaticamente e indipendentemente dalla richiesta di pagamento fatta per iscritto.

 

La normativa indica il saggio dell’interesse legale di mora, aumentato con la riforma del 2012, che è pari al tasso d’interesse legale (tasso stabilito annualmente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze), aumentato di 8 punti percentuali.

 

Tenendo conto che nell’anno 2018 il tasso d’interesse legale è di solo 0,3%, il tasso legale moratorio dovuto dal debitore che paga in ritardo è pari all’8,3%.

 

Questa è una bella differenza, che da un lato risarcisce il danno subito dal creditore e dall’altro dovrebbe funzionare da deterrente nei confronti dei ritardatari.

2) I termini di pagamento

La normativa indica in 30 giorni il termine di pagamento nelle transazioni commerciali, scaduto il quale iniziano a decorrere gli interessi di mora a favore dell’impresa creditrice.

 

Il lasso di tempo inizia a decorrere dalla data di ricezione della fattura da parte del debitore o dalla data di ricevimento della merce o di prestazione di un servizio.

 

La legge prevede, inoltre, che le parti possano concordare tra loro un termine superiore, purché non sia iniquo per il creditore; in ogni caso, per i termini superiori ai 60 giorni, è necessario un accordo scritto tra le imprese.

3) Il risarcimento delle spese di recupero

La normativa prevede infine il diritto dell’impresa creditrice a ottenere il rimborso dei costi sostenuti per il recupero delle somme non pagate nei termini sopra detti.

 

Il creditore in ogni caso ha diritto a ottenere il rimborso di tali costi, che sono stati stabiliti in via forfettaria in € 40,00, ma possono essere superiori qualora l’impresa si avvalga dell’assistenza legale per il recupero del credito.

 

È poi prevista la nullità delle clausole relative al termine di pagamento o al risarcimento per i costi di recupero, quando risultano inique e creano danno al creditore.

Si considerano comunque nulle le clausole che escludono l’applicazione d’interessi di mora o che escludono il risarcimento dei costi sostenuti per il recupero del credito.

 

La disciplina che regolamenta i ritardi di pagamento prevede quindi a favore dell’impresa creditrice il diritto di ottenere il risarcimento del danno subito con l’applicazione automatica del tasso di mora, oltre al risarcimento dei costi sostenuti per il recupero del credito.

 

Se hai bisogno di ricevere una consulenza o assistenza legale in merito a ritardi di pagamento, non esitare a contattarci.

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